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Il convento di S. Maria degli Angeli, poi di S. Francesco, fondato, secondo la tradizione, nel 1220 dal santo di Assisi, divenuto poi Auberge de la Lune o Albergo Luna, possedeva giardini e terrazzamenti coltivati nelle sue vicinanze.
Innanzitutto nell'orto che fiancheggia tuttora la struttura conventuale fu impiantato un noce, caratteristica pianta dei francescani.
I vicini terrazzamenti risalgono al Medioevo e sono costituiti da macerine, realizzate mediante muri a secco, in parte restaurati con l'applicazione di muratura in età borbonica. Nei documenti medievali vengono indicati come horti, ciascuno costituito da più terrazze coltivate (petie); queste venivano impiantate addirittura in angusti e stretti spazi abbarbicati alla roccia in pendìo del Monte Aureo: in tal caso erano definiti viterine.
Questi orti erano attrezzati mediante vigneti collegati direttamente, secondo una tradizione medievale largamente diffusa nel Meridione, agli uliveti. Gradualmente, a partire dal XIX secolo, i vigneti sono stati sostituiti da limoneti, di certo più redditizi. Le vigne di quel luogo consistevano in piante per la produzione del vino e in altre per la frutta (uva da tavola).
Non mancavano alberi di albicocche (gresommole), nonché fichi, pruni e noccioli.
La parte bassa degli orti era riservata all'insalata (folea), alle cipolle, alle zucche (cocorbete).
Tutto ciò è attestato da fonti notarili relative ad un intervallo di tempo che va dal XIII al XIX secolo.
Prof. Giuseppe Gargano